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Escursioni Subacquee




Il fiore all'occhiello di questo parco costiero è rappresentato dai fondali marini, ricchi di biodiversità. Nel territorio del Parco, infatti, sono presenti tre aree marine protette che da quasi vent'anni sono preservate dalla confusione estiva e dalla pesca sconsiderata. La bellezza di questi fondali è valorizzata dalla possibilità, per tutti gli amanti del mare, di osservare con l'utilizzo della maschera e pinne (il seawatching) o con attrezzature sub (diving) un universo senza tempo che affascina chiunque si avvicini anche solo un attimo a questi luoghi.

Punta della Trinità e dintorni
E’ l’estremità del contrafforte roccioso che chiude a levante la baia della spiaggia di Serapo. Da questo punto la parete effettua una curva ad angolo retto e continua nella parete della falesia in cui si aprono la Montagna Spaccata e la Grotta del Turco. Nel primo tratto, partendo dalla zona di levante, dove ancora filtra appena la luce del sole, si può osservare il substrato roccioso con diverse specie di spugne e di organismi incrostanti, bivalvi sessili come gli spondili, qualche piccolo scorfano e alcuni esemplari di nudibranchi. Verso il fondo, attraverso l'utilizzo di una lampada è possibile scoprire banchi di occhiate, qualche corvina, gronchi di grosse dimensioni che fanno tana nella parte più profonda degli antri sommersi. Verso Punta della Trinità la profondità sfiora una decina di metri, sulla parete si aprono diversi fori e fenditure che normalmente sono abitate da polpi, murene e gronchi; nei mesi più freddi, non è raro imbattersi in qualche aragosta.
Da questo punto in poi la parete è perpendicolare al fondo e prima che si curvi in una piccola ansa è possibile vedere occhiate e spigole. Sul tetto roccioso troveremo una spettacolare massa di fauna sessile coloratissima, formata da spugne, tunicati e briozoi come il falso corallo rosso . La presenza di tale abbondanza di vita e colori è dovuta essenzialmente ad una costante presenza di plancton.
Dopo un breve tratto ecco la Montagna Spaccata. Questo rilievo è caratterizzato da una grande e profonda faglia apertasi, secondo un'antica leggenda, nel momento in cui Gesù Cristo morì sulla croce. La parete verticale di destra è ricoperta da diversi fori e numerose fenditure che molto probabilmente sono comunicanti tra loro all’interno della roccia. Qui si muovono, tranquilli, numerose specie ittiche fra cui saraghi grandi e piccoli, perchie, castagnole, sciarrani, oltre ad una rigogliosa microfauna.

La Grotta della Cernia o della Cigliatina
Un punto interessante dell’area marina protetta di Monte Orlando è la cosiddetta Cigliatina dei 20 metri , collocata tra la Grotta del Turco e la Punta degli Aguzzini. Proprio in prossimità di questa appendice, è visibile contro la parete, l’ingresso di una cavità che sott’acqua penetra profondamente nella montagna e forma una grotta a fondo cieco. Sul fondo un cunicolo ospita una colonia di cerianti con i tentacoli periferici e aborali color vino scuro e nutriti banchi di re di triglie. Al di sopra di questo corridoio c’è un'apertura a prova di cacciatore dove, diversi anni fa viveva, una grande cernia e per questo motivo è conosciuta anche, come la “Grotta della cernia”. All’esterno, sulla sinistra, si sviluppa la cigliatina, che si trova a ridosso del mare mosso di Levante. L’orlata scende a piombo sul fondo di sabbia bianca fino alla profondità di 20 metri, si possono trovare numerose specie ittiche: dai gronghi giganteschi alle “murene in finestra”, oltre alla grande quantità di fauna sessile. Continuando a percorrere la cigliatina ci si può imbattere in banchi di saraghi pizzuti che amano muoversi in acque libere. Procedendo verso il largo, il fondale diventa sedimentoso e ospita una interessante fauna bentonica costituita da rombi, sogliole, a volte anche piccole razze, ma in particolare, per la gioia del subacqueo fotografo, si possono trovare bellissimi esemplari di cerianti con i tentacoli periferici e aborali dai diversi colori.

I Piloni
Anche punto di immersione si trova all’interno Area Protetta Marina di Monte Orlando, esattamente davanti alla spiaggetta cosidetta dei “vricci” (nel dialetto del luogo, sono i sassi levigati e rotondeggianti), a brevissima distanza dal Castello Angioino. Davanti alla spiaggetta c’è un interessante punto d’immersione; sul fondo, a circa quindici metri, vi sono dei piloni di cemento del diametro di un metro e mezzo, che furono affondati nella baia del Castello Angioino, al termine dei lavori del molo di attracco delle petroliere dell'ex raffineria di petrolio. I piloni sono stati colonizzati da diverse specie ittiche, quali muggini, spigole, saraghi e corvine. Di tanto in tanto è possibile scorgere qualche cernia e la microfauna è presente con organismi interessanti, come ad esempio la grossa Astraea rugosa, una specie di gasteropode che sta diventando sempre più raro. Non manca la possibilità di poter osservare spugne rosse e rose di mare color arancio, scorfani, gran quantità di triglie di scoglio oltre a banchi di spigole che effettuano brevi sortite intorno ai piloni per poi scomparire nel blu.
Nelle giornate in cui l'acqua è limpida, l'immersione, diventa davvero piacevole, grazie alle numerose specie ittiche. Questo punto diventa interessante anche per coloro che sono dei subacquei neofiti.


Aree di immersione esterne all'area protetta di Monte Orlando

Torre Scissura
Torre Scissura svetta sulla punta che divide la spiaggia dell’Ariana da quella dell’Arenauta. Queste acque possono essere esplorate comodamente con maschera e pinne, ma per una osservazione più approfondita diventa più comodo usare l’autorespiratore. Particolarmente interessante è una minuscola baietta (una sorta di breve fiordo) ai piedi della punta dove s’erge la torre. Spesso, al suo interno, è possibile osservare delle bellissime corvine, dei re di triglie e delle occhiate. In queste acque è molto ricco il bentos, con pesci di sabbia sul sedimento, fra i quali la famosa tracina ragno conosciuta con il nome di “tracina capezzone”, dal colore giallastro con macchie scure sui fianchi. Il vantaggio offerto da queste acque è una profondità bassa e costante che consente un comodo e divertente sea watching che permette di osservare il patrimonio ittico il quale si accresce notevolmente durante le ore notturne. Lungo l’intera costa gaetana di Ponente, il crostaceo più comune che è possibile scorgere è la “cicaletta”.

Il pozzo del diavolo
Si trova sul tratto di costa compreso fra la spiaggia di Fontania e la spiaggetta dei Quaranta Remi. E’ una grande grotta che si sviluppa sia al di sopra che al di sotto della superficie del mare, con un ingresso in cui è possibile entravi con una piccola barca. Non è raro incontrare delle ciprie e diverse corvine. Sotto la volta della cavità potremo ammirare bellissime rose di mare, che appaiono come delicati ricami di color rosa chiaro. Sul fondo sabbioso, si possono trovare tracine, rombi e sogliole. Una gran quantità di fauna incrostante ricopre la roccia: denti di cane, alghe e idroidi



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