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Gli Annarelli: i dolci della festa di Sant' Anna



Gli Annarelli: i dolci della festa di Sant' Anna


DA UN'ANTICA RICETTA DEL RIONE "LA PIAJA" TORNANO I DOLCI DI SANT'ANNA... UVA, MELE E ZENZERO.


Annarelli sono a tutti gli effetti un marchio della comunità di San Carlo registrato alla Camera di Commercio di Latina.

La pro loco Gaeta ha fornito, con piacere, collaborazione nelle diverse fasi della procedura amministrativa, affinchè si potesse ottenere il rilascio delle necessarie autorizzazioni oltre che patrocinare la festività di Sant'Anna.

Si tratta, in sostanza di dolcetti della tradizione ebraica, preparati a base di uva, mele e zenzero.

Da un'idea della signora Anna Maria Righetti, quindi, e grazie alla collaborazione della pasticceria Lanzetta, gli "annarelli" saranno pronti ogni anno per la festa di Sant'Anna, madre di Maria Santissima e "nonna" di Gesù.

Proprio in suo onore, del resto, è tradizione portare in chiesa l'uva che matura a luglio, bianca o nera che sia, già dolce e pronta per essere mangiata.


FONTE: https://gaetafoodstories.wordpress.com/2019/07/15/annarelli-i-nuovi-dolci-della-tradizione-gaetana-pronti-a-diventare-famosi-come-la-tiella/
Festività di Sant'Anna anno 2019

A Gaeta fervono i preparativi per la festa di Sant’Anna che quest’anno si attende con un entusiasmo rinnovato. I festeggiamenti che celebrano la madre della Madonna si pregiano di un tassello che preannuncia la nascita di una nuova tradizione gastronomica gaetana: gli Annarelli, dolcetti simili ai muffin, che affondano le loro radici in un’antica ricetta ebraica. L’idea di celebrare il 26 luglio, portando a tavola un dolce che richiama l’usanza di omaggiare Sant’Anna con l’uva benedetta, nasce nella comunità parrocchiale della chiesa di San Carlo, nel quartiere Piaja di Gaeta. Ma dietro questo progetto nato dalla volontà del parroco Don Riccardo Pappagallo c’è soprattutto la determinazione della signora Annamaria Righetti, in prima linea non solo nella rielaborazione della ricetta, ma anche negli adempimenti burocratici fondamentali per la registrazione del marchio degli Annarelli.

Ho raggiunto telefonicamente la signora Annamaria, indaffarata nei preparativi dell’apertura delle celebrazioni di Sant’Anna. “Indovina cosa sto facendo? — mi chiede —i fiori di carta per la celebrazione di stasera!” mi dice entusiasta. Annamaria è un vulcano, non vede l’ora di raccontarmi di più sugli Annarelli, e io rimango incantata a sentire la sua voce gentile che mi parla dell’impresa. “L’idea è nata qualche anno fa dalla mente vulcanica di Don Riccardo che ha deciso di riprendere un antico dolce tradizionale di origine ebraica, una sorta di pizza dolce fatta con le mele, l’uvetta e lo zenzero, spezia molto usata in Medio Oriente”. Parliamo del periodo tra il 1945 e il 1948 quando Gaeta fu meta di un’importante migrazione di ebrei, durante il viaggio verso la Terra Santa. Nella nostra città, la comunità ebraica stette per un po’ di tempo, portando con sé tradizioni e arti — come quella della lavorazione della seta — e, naturalmente, anche usanze gastronomiche che si tramandarono nella comunità contadina, ma che oggi sono andate perse. Una di queste è proprio il particolare dolce chiamato pizza del Brit Milà o Berit Milah, che in Italia è stata tramandata con il nome di pizza di Beridde, a causa della storpiatura di pronuncia con la quale gli ebrei del ghetto di Roma nominavano questa parola. Il nome ebraico associato al dolce significa “circoncisione”, e veniva preparato per i festeggiamenti del rito ebraico che si effettua sui bambini maschi otto giorni dopo la loro nascita. Anche se viene chiamato pizza, il dolce originale si presenta come un biscotto ripieno di frutta secca, frutta candita e uvetta.

Ma torniamo ai nostri Annarelli.
Come mi racconta la signora Annamaria, questa prelibatezza ha come ingrediente fondamentale l’uvetta, in onore dell’usanza di donare grappoli di uva benedetta dopo la processione di Sant’Anna. Provo a rubarle qualche altra informazione sull’agognata ricetta che tutte le massaie gaetane vorrebbero riportare nei propri ricettari, ma ogni tentativo è vano. Il procedimento, infatti, è assolutamente top secret, in quanto gli Annarelli sono a tutti gli effetti un marchio della comunità di San Carlo registrato alla Camera di Commercio di Latina.


È grande l’orgoglio che traspare dalla voce di Annamaria: “Siamo partiti da niente, ma la disponibilità della Pro Loco di Gaeta, che ci ha indirizzati nei vari passaggi amministrativi da seguire per la creazione del brevetto, e della pasticceria Lanzetta che ci ha gentilmente aiutato nella preparazione della ricetta, ci hanno spinto ad andare avanti e a non mollare”. L’ultima timida ambizione è quella di arrivare a ottenere il prestigio di un altro caposaldo della tradizione gastronomica gaetana: la tiella. “La tiella è il prodotto che caratterizza tutta Gaeta, gli Annarrelli saranno il dolce che caratterizzerà negli anni il quartiere della Piaja”. E noi glielo auguriamo di cuore. Per chi volesse comprarli, adesso i dolcetti sono disponibili nella parrocchia di San Carlo, o su ordinazione nella pasticceria Lanzetta.






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