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Abbazia di Casamari



Chiostro dell'Abbazia
Chiostro dell'Abbazia
Ubicata nell'omonima contrada del territorio di Veroli, in provincia di Frosinone, è un importante centro storico, culturale e spirituale del Lazio. La fondazione del monastero è descritta nella "Cronaca del Cartario", documento del XIII secolo, che presenta tuttavia qualche punto poco chiaro. Il Chartarium Casamariense, redatto sul finire del '400 dal monaco di Casamari Gian Giacomo de Uvis, per incarico dell'abate commendatario Giuliano della Rovere, è il punto di riferimento fondamentale per la ricostruzione storica dei primordi del monastero di Casamari. Nonostante alcuni dubbi che ancora riguardano la datazione delle origini dell'abbazia, questo documento ci fornisce preziose informazioni.
Secondo il Cartario, nell'anno 1005 alcuni ecclesiastici di Veroli, decisi a riunirsi in un cenobio, scelsero Casamari e riutilizzarono, come era in uso allora, materiale prelevato dai ruderi di un tempio di Marte lì ubicato, per costruire una chiesa in onore dei Santi Giovanni e Paolo. L'abbazia acquistò in seguito, grande importanza grazie a numerose donazioni. Nell'arco di tempo tra il 1140 ed il 1152 ai monaci "neri", benedettini (così chiamati dal colore della loro tonaca), si sostituirono i monaci "bianchi", cistercensi. A cominciare dal XII secolo l'abbazia di Casamari non solo acquistò possedimenti nelle zone limitrofe, ma intraprese anche nuove fondazioni monastiche, soprattutto nel meridione d'Italia. A questo momento di prosperità seguì dalla metà del 400 un periodo di decadenza così come avvenne per altre abbazie. Causa di questo fenomeno fu la "Commenda", estesa a Casamari da Martino V ne1 1430, a favore del cardinale Prospero Colonna, suo nipote.



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